Il nuovo metodo prevede dei "sostituti dermici", cioè una pelle artificiale creata da materiale biologico umano, ma in laboratorio. Questa, utilizzata negli innesti, non solo copre la parte lesionata come avveniva qualche anno fa, ma ora è in grado di avviare anche il processo di "riepitelizzazione", cioè permette di velocizzare la guarigione e la rigenerazione della pelle.
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